PROLOGO
L'esercito liberatore giunse nelle province dell'est ai piedi dei monti Zavos. Lì vicino si trovava una piccola città chiamata Sermy, proprio questo piccolo centro era stato occupato da Zernames che insieme a Rezna si era stabilito nel palazzo reale e aveva imprigionato gli abitanti del luogo. Il re Zedric si era accampato con le sue truppe tutt'intorno alla città in modo da formare una difesa. Barnaby che osservava la situazione dall'alto di un monte capì che sarebbe stato arduo sbaragliare i Karvezi per entrare nella città, e anche se ci fossero riusciti avrebbero dovuto affrontare Zernames uno degli antichi titani, senza parlare di Rezna che era assai pericoloso. Sconfortato tenne consiglio con i due compagni per vedere il da farsi. Sylvus elaborò una strategia che prevedeva che lui avrebbe guidato le truppe all'assalto dei Karvezi sostenuto da Alma, mentre Ralk e Plesius si sarebbero occupati di Zernames e Goren. Ralk e Plesius convennero ma Alma obiettò che lei doveva preservare Plesius dal suo destino. Sylvus le rispose che un dovere superiore la obbligava a sostenere lui per il bene di tutti, ma la ragazza continuava ad opporsi. A quel punto Iridan intervenne e condusse con se Alma fuori dalla tenda, la prese per mano e le disse: Alma se io sono divenuto cavaliere fateo è perchè voglio vedere il mio prossimo ridere e per combattere chi ama farlo piangere. Chi fa piangere gli altri è in quella città e io ho il dovere di fronteggiarlo come prevede lo statuto del nostro ordine. Persone come noi hanno accettato privilegi e rischi quando si sono unite ai cavalieri fatei, perciò non ha senso che tu adesso voglia guardarmi da un rischio del mestiere, perchè riguarda anche te e tutti quelli che sono venuti qui.
Alma rispose: Iridan nessun'altro era nella mia visione se non tu. Io mi preoccupo di tutti ma quello in pericolo ora sei tu!
Se non io allora chi preferisci che muoia Barnaby o Sylvus? E' certo che molti non torneranno vivi da questa guerra e dobbiamo accettarlo anche se è un tormento terribile. Io sono uno tra i più qualificati per questa missione altrimenti non sarei stato scelto.
La ragazza continuò : Chi ti ha scelto non vede ciò che vedo io, solo io vedo il destino e non vorrei.
Io non credo nel destino disse Iridan, non ci ho mai creduto, ed in ogni caso se esiste e ha decretato la mia ora tu non puoi salvarmi e se anche ci riuscissi potrebbero esserci conseguenze spiacevoli. Perciò non aiutarmi non voglio che tu lo faccia.
Alma rimase scossa, poi visibilmente risentita disse: va bene, corri pure incontro al tuo destino che è inevitabile per gli stupidi come te! Poi si allontanò rabbiosa.
LA BATTAGLIA
Eliminata l'opposizione di Alma La strategia di Sylvus venne approvata, perciò al tramonto del sole, quando meno Zedric si aspettava un attacco, Sylvus si mosse all'assalto ed evocò contro i Karvezi un antico incantesimo del suo ordine: la notte fatea, che disorientava il nemico impedendogli di sentire e vedere gli avversari. La carneficina iniziò e centinaia di karvezi morirono trafitti da nemici che non riuscivano a vedere. Sylvus e Alma repressero il vomito, perchè le uccisioni erano odiose ai cavalieri fatei, ma c'era da scongiurare una grave minaccia e dovevano sopportare. Ad un tratto qualcosa come un fulmine o un turbine si abbattè sulle schiere di Sylvus rompendo molti soldati in mille pezzi, era Zedric che non risentiva minimamente dell'incantesimo ostile e invulnerabile alle armi umane, grazie alla benedizione di Zernames, massacrava i nemici con facilità irrisoria. Sylvus si lanciò contro di lui combattendo con la spada e lo scudo fantasma, e dopo aver penato molto riuscì a trafiggerlo al fianco. Lungi dal morire il re barbarò si trasformò in un orrendo mostro e ferì gravemente Il valoroso cavaliere fateo, poi con la bava alla bocca si avventò contro la terrorizzata Alma, ma prima che potesse sbranarla venne decapitato da una scure fantasma lanciatagli contro da Sylvus; il quale dopo si accasciò esanime. Intanto Iridan e Barnaby riuscirono a penetrare in città con le loro truppe, ma videro con orrore centinai di Zombi affamati che si lanciarono sui soldati sbranandoli. Erano i defunti di Sermy che erano stati trasformati in cadaveri assassini da un maleficio di Goren Rezna. Per evitare di essere uccisi o infettati i due cavalieri fatei ricorsero a fulmini e fasci di luce, ma queste erano tecniche che richiedevano parecchie energie e stancavano. Barnaby però riuscì a farsi strada e si addentrò nel palazzo principale, trovò Zernames accovacciato altezzosamente nel cortile del palazzo e gli disse con ironia: salve Zerny, che fai di bello e dov'è finito il tuo amichetto Goren? Spero non sia fuggito lasciandoti qui tutto solo!
Il mostro rispose con tono sprezzante: non ho bisogno dell'aiuto di un pidocchio come lui per schiacciare un'altro pidocchio come te! Voi cavalieri maghi non siete nulla per gli antichi titani come me, siete un gradino sopra gli uomini, i quali sono un gradino sopra le bestie, le bestie di cui io sono signore.
Furioso Barnaby lanciò contro il mostro una splendente lancia fantasma, ma questi la sbriciolò con un soffio, poi con una poderosa zampata colpì il cavaliere fateo, infranse il suo scudo fantasma e lo scaraventò contro una colonna rompendogli un braccio. Atterrato e ferito Barnaby si sentiva mancare e non poteva difendersi dal titano che stava per divorarlo, ma Plesius liberatosi degli zombi intervenne e colpì Zernames con una raffica di fulmini. Per nulla scalfito il mostro vomitò contro i due cavalieri un fiume di fiamme, ma Plesius prese l'amico e fuggì. Zernames li inseguì fuori dal palazzo e li invitò alla lotta sicuro della vittoria. Vedendo l'amico ferito Iridan comprese che doveva distrarre la bestia, perciò materializzò una balestra fantasma e saltando acrobaticamente intorno al mostro cominciò a investirlo con una pioggia di dardi. D'apprima divertito Zernames si stancò presto del gioco e dopo aver colpito il cavaliere con una zampata alitò su di lui per tramutarlo in un mostro al suo servizio. Iridan tentò di ripararsi con lo scudo fantasma, ma sentì il corpo intorpidirsi e la vista offuscarsi perchè il terribile potere del titano stava per sopraffarlo. Ma improvvisamente qualcosa come una magnifica aurora colpì il tremendo mostro ad un fianco e lo trapassò da parte a parte. Era Barnaby che ripresosi dalla zampata aveva investito il titano con l'arco delle sette luci, un incantesimo potentissimo e antichissimo, noto solo ai cavalieri fatei più esperti. Zernames emise un ruggito di dolore e di rabbia dicendo: non è possibile che un essere umano sia riuscito a farmi questo! E' una umiliazione insostenibile. Poi si girò verso Barnaby e stava per investirlo con un soffio ardente, ma in quel momento Iridan seppur ferito saltò in groppa al gigantesco animale e disse: hai finito di dire che i cavalieri fatei non possono nulla contro un titano? Zernames la tua superbia ti ha perduto, hai sottovalutato il nemico e non hai prestato la giusta attenzione. Paga ora il prezzo del tuo errore. Detto ciò gli piantò la spada fantasma in testa e lo uccise. Barnaby e Iridan si guardarono commossi, stavano per abbracciarsi quando una ondata di energia oscura li fece volare per aria. Goren Rezna era venuto a finire il lavoro di Zernames. Iridan dolorante rimproverò Goren di essere venuto solo quando loro erano esausti e feriti. Barnaby invece ne deprecò la follia che non risparmiava neanche i defunti. Il malvagio simka rispose: le arti della cavalleria oscura da voi ingiustamente deprecate sono la via per acquisire lo stesso immenso potere dei titani. Io lo ho compreso e sono stato espulso dall'ordine per questo. Ciò detto si avventò sui due cavalieri feriti, frastornò Barnaby con un pugno e si apprestò a finire Iridan, ma proprio quando stava per piantargli la spada nel petto, si ritrovò davanti Alma intenzionata a combatterlo. Fatti da parte bambina, disse Goren, tu non sei un avversario per me.
Non ti permetterò di uccidere l'uomo che amo, rispose Alma, lui deve vivere per me.
I due fecero roteare le loro splendenti spade fantasma, ma Alma ebbe presto la peggio e fu trafitta in pieno petto, cadde tra le braccia di Iridan dicendogli: perdonami non potevo farne a meno. Cosa hai fatto incosciente, esclamò il cavaliere, ti avevo detto di starne fuori!
Non turbarti tanto, aggiunse Rezna, andrete insieme all'inferno, e si apprestò a finirli, quando un dardo spettrale lanciato da Sylvus lo colpì alle spalle. Iridan si alzò e gli disse: tu hai ucciso la donna che mi amava, preparati adesso, non avrò pietà.
Presto Iridan scoprirai di essere peggiore di me, disse moribondo Goren, per te non ci sarà nè l'amore, nè una famiglia, nè il rispetto dei tuoi colleghi, diverrai un mostro odiato e rigettato da tutti, compirai devastazioni e stermini e alla fine preparerai la rovina dei cavalieri fatei. Lo vedrai quando tornerai a casa. Io potevo risparmiarti tutto questo, ma la tua donna me lo ha impedito.
Sta zitto serpente, tuonò Iridan e lo decapitò e così si concluse una delle più importanti guerre del mondo perduto di Anec.
CONCLUSIONE
Dopo la guerra i pochi superstiti tornarono alle loro case, Zernames uno dei titani più potenti era stato annientato, ma la ninfa che aveva preso come sposa gli partorì un figlio di nome Armares che un giorno sarebbe divenuto il terrore delle terre di Anec e avrebbe decretato la rovina di un'importante regno. Barn Ralk si riprese e per via del suo valore fu designato successore del gran maestro; ma un giorno avrebbe visto la rovina del suo ordine. Sylvus Nivenia sposò una nobildonna ed ebbe un figlio di nome Mylvius, che sarebbe stato uno trai i più valenti cavalieri fatei e avrebbe perso la vita combattendo un'altro terribile titano: il drago Veesnar. Quanto a Iridan Plesius, lui ebbe un terribile destino. Quando tornò a casa scoprì il cadavere della sorella Lara. Da tempo la ragazza subiva le molestie di un soldato originario proprio di Sermy, la città che lui aveva liberato, ma non ne aveva mai parlato con il fratello. Mentre Iridan era impegnato in battaglia, il degenerato con due compagni si introdusse in casa della ragazza che abitava sola, la prese con la forza, la massacrò e la uccise. Iridan rimase come inebetito dal dolore per più di un mese, ma alla fine il male si impossessò di lui a causa della rabbia, usò un terribile incantesimo di distruzione proibito: la bombarda simka, per far saltare in aria la città di Sermy e sterminarne tutti gli abitanti, il soldato assassino e la sua famiglia, uccidendo così centinaia di innocenti per tre colpevoli, gli stessi innocenti che prima aveva salvato. Essendo divenuto un omicida plurimo fu dichiarato simka e ricercato dagli altri cavalieri fatei per essere eliminato. Divenne un cavaliere oscuro e da quel giorno avrebbe conosciuto solo il dolore e il rimpianto, ma non sarebbe mai potuto tornare indietro e un giorno avrebbe addestrato il più potente e letale maestro oscuro di tutti i tempi: un ragazzo dai capelli rossi di nome Parsek Avelia, il quale avrebbe annientato il gran maestro Ralk e tutto il suo ordine. Il sacrificio di Alma era servito solo a spedire Plesius verso il suo destino. Lei non aveva mai avuto il dono della precognizione, le era stato donato a sua insaputa da Rezna prima che fosse espulso dall'ordine. Il malvagio cavaliere oscuro aveva previsto il destino a cui lo avrebbe condotto il suo carattere perfido, ma voleva trascinare con se nella rovina uno tra i più valenti cavalieri fatei, e purtroppo ci era riuscito.
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